.. una VITA contro il bullismo!

Missione: “Oscar "NO AI BULLISMI con un aiuto CONCRETO ai GIOVANI" di Crv-ACR -Onlus di fatto
https://www.acraccademia.it/Il%20Triangolo%20Lariano%20pag%201.html
tp://www.acraccademia.it/NOVITA'.html - http://blog.libero.it/acrcrvdifatto/ svolge un’attività socio-culturale di prevenzione al BULLISMO. -‘dal 1987 ad oggi ”.. combatte le DEVIANZE GIOVANILI-il Cyberbullismo e "Bulli e Bullismo.. Vandali e Vandalismo” con l'OSCAR e crea protocolli d’intesa, tra operatori sociali, Associazioni, e Comitati. Breve Storia del Concorso di poesia/arti e mestieri OSCAR: Nasce nel 1987 a Milano, da un'intuizione di Sergio Dario Merzario, Rio, Semenza, Maderna e altri, prende il via il Concorso "il BAGGESE". Acr, Repo e Paza nel 1999, lo trasformano nel trofeo lombardo ( che nel 2002 diviene TROFEO LOMBARDO LIGURE). Nel 2006 diventa OSCAR Internazionale CONTRO il BULLISMO con il contributo di Sergio Dario Merzario, Ketti Bosco , le biblioteche e l'Unicef Prov. di IMPERIA!” associazione@acraccademia.it ; www.informarexresistere.fr/2013/03/06/lo-storico-alla-grillina-non-ce-fascismo-buono/#comment-306886 acraccademia.it/Acr%20Roma%20pag%206.html acraccademia.it/Il%20Baggese%20pag%207.html
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Care/i Lettrici/lettori! Questo è uno dei tanti Blog dell'Acr-Crv Onlus, che con tantissime .. persone.. DONNE ..Uomini.. Giovani.. e Associazioni.. NO PROFIT.. lottano contro il BULLISMO e per la VIVIBILITA' con l' Ambiente. Il successo di un blog sta nel numero dei commenti, Vi preghiamo pertanto di commentare, anche solo con domande o con divergenze. Non abbiate paura. STIAMO LAVORANDO PER VOI... Cordialità da http://http://www.acraccademia.it/ .. a norma del Decreto Legislativo 196/03, con la presente, Le comunichiamo che i Suoi dati vengono trattati con riservatezza, nel rispetto delle normative vigenti e non verranno divulgati per nessun motivo. Siamo coscienti che e-mail indesiderate possano diventare un vero e proprio disturbo. Se le informazioni di questo messaggio non fossero di Suo interesse, può ottenerne la rimozione immediata rispondendo con CANCELLAMI all"indirizzo: acr-onlusdifatto@libero.it . In mancanza di tale specifica richiesta di esclusione, resta sottinteso il consenso al ricevimento dei nostri messaggi – comunicati e INVITI! ASSOCIAZIONE CULTURALE RICREATIVA - Via DELLE FORZE ARMATE, 249 - 20152 - Milano- Info: 340 2707829 - 02 87392826 centro.ascoltoacr@libero.it mailto: info@acraccademia.it https://twitter.com/merzario4658 www.acraccademia.it/ARCHIVIO.htmlhttps://www.youtube.com/watch?v=iDJZusZbfwhttp://appuntamentiacronlus.blogspot.it/ http://clubturati.blogspot.it/ https://www.youtube.com/watch?v=SWkpb1Me72Q

mercoledì 7 maggio 2025

Merz.. Cancelliere ... dopo due votazioni.. a cura di repoerio di Centro Ricerche Valassinesi

 



https://youtu.be/PTXqkOcDy54?si=L1eZzJ55TyT-ZH8I

l'Oscar...36a edizione della poesia di Crv e acr accademia .. 
in semifinale che è 

*Internazionale*
 
Ecco ai lettori una Poesia con la *P* maiuscola... 

*Ama e sii riamata.*
 
*Innamorati di una persona 
che al mattino ti chieda come stai, 
che ti dia il buongiorno 
non si dimentichi che ci sei. 
Che quando apre gli occhi 
tu sei il suo primo pensiero, 
perché per lei sei la cosa più importante 
e vuole che tu stia sempre bene... 
che sia sempre contenta di stare con te 
con un amore 
un bene che ti sorprenda.
Che quando sta con te usi gli abbracci 
invece che le parole quando sei triste... 

Innamorati di una persona 
che ti prende in giro, 
che ti prenda con gioco.. 
che ti abbracci e ti faccia ballare...
che ti faccia ridere...  
che ami la tua e la sua libertà, 
la tua è la sua indipendenza  
che rispetti le tue e le sue scelte. 

Innamorati di una persona 
che sappia di casa... 
che riconosceresti ovunque, 
anche in mezzo a una folla oceanica... 
sterminata... 
e soprattutto... 
se non la la trovi ... 
Ami la vita, 
ma non accettare mai un amore 
"mediocre".
Ama chi ti fa emozionare 
e stare bene... 
che sia il tuo Sole 
la tua gioia... 
la tua compagnia ... 

la tua e la sua Vita!

giovedì 1 maggio 2025

Oscar Internazionale No al bullismo... Merzario e Zapparerra due Giurati dell'Oscar No al Bullismo...a cura di 25092009messainduomoxsanpadrepio.blogspot.com


 
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Ho un annuncio importante da fare alle Lettrici e ai Lettori dei giornali di Crv e Acr*

Nella foto il direttore de il Milanese Sergio.merzario@gmail.com  

Con Attilio Zappaterra Giurato dell'Oscar Internazionale No al bullismo...

 la prossima settimana, esce un libro al quale ho avuto il piacere di collaborare in prima persona, lavorando intensamente in un periodo concentrato che ricorderò per sempre come uno dei momenti più densi di sentimento, dolore e pensiero della mia vita.

Si intitola "GENOCIDIO" e l'ha scritto, in italiano, Rula Jebreal. Ho lavorato a stretto contatto con Rula, per tre mesi, curando la sua scrittura, e ho avuto modo di conoscere una professionista eccezionale che è al tempo stesso una donna eccezionale, e già il modo in cui ci siamo conosciute, e il sostegno che mi ha offerto quando ho subito gli attacchi che ho subito fra ottobre e novembre scorso dalla truppa sionista italiana – che oggi torna ad abbaiare in grande contro Riccardo Iacona e PresaDiretta, ai quali va tutta la mia solidarietà – per me rimarrà a imperitura memoria che la capacità di solidarietà ed empatia umana e quella di rigore giornalistico o vanno sempre insieme, e insieme con il coraggio etico e delle idee, o non si è altro che dei parolai.

In questo libro troverete una quantità di informazioni, storiche e di attualità, che aiuteranno a farsi una idea del processo che ha portato fino qui, fino al genocidio del popolo palestinese in mondovisione in tempo reale, ma anche a viverlo in prima persona. Non uscirete dalla lettura come vi siete entrati. 

Il libro è ordinabile su Amazon fin da ora e in libreria a partire dalla prossima settimana. 

Ringrazio ancora una volta la mia carissima Rula Jebreal, che oggi ho il privilegio e l'onore di dire mia amica, sorella, oltre che maestra, e la casa editrice Edizioni Piemme, in primis Paolo Valentini, per l'opportunità che mi hanno offerto. 

Leggiamolo, studiamolo, difendiamolo. Perché questo libro, che si assume la responsabilità di chiamare ogni cosa con il suo nome, si prepara a dare fastidio, a tante ma tante persone.

*https://amzn.e/d/3d5HtVL

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UN GARIBALDINO, MILANESE!

a cura di BOBO....*

Sul sepolcro fuori le mura di Hammamet in Tunisia dove é sepolto un’iscrizione recita “La mia libertà equivale alla mia vita”

Tutta la sua vita politica ha ruotato attorno al valore della libertà, libertà ed emancipazione dai bisogni, libertà per i popoli oppressi, e lotta per il Socialismo nella Libertà; opposto alla visione cupa del Socialismo Reale.

Sono fraternamente grato per il privilegio che mi concedete di ricordare la figura di mio padre Bettino in occasione del 130º della Nascita del Partito. Lo farò brevemente con il distacco necessario che si richiede ed al tempo stesso con il senso di devozione che un dirigente politico ed un figlio nutrono verso la figura di Bettino Craxi;

Egli ha vissuto una vita nel Partito e per il Partito; ne é stato la guida dal 1976 al 1993; tanto si è detto e tanto si è scritto essendo stato uno dei leader socialisti più longevi ed al tempo stesso una delle figure politiche più controverse della Storia della Repubblica e del dopoguerra.

Tante cose della Storia, a ormai trent’anni dalla fine di quel periodo hanno preso una luce diversa, tante verità sono tornate a galla e la capacità critica di valutare un periodo così complesso della storia ha raggiunto oramai anche settori della società italiana che sono stati a lungo avversari e critici del periodo del Rinnovamento Socialista a cui egli ha legato maggiormente la sua figura.

Ho parlato della Libertà perché tutta la sua parabola esistenziale é legata indissolubilmente alla temperie storica e culturale nel quale la libertà scarseggiava.

Respiró fin da bambino l’ansia di libertà che anelava nelle minoranze politiche ed intellettuali che sopravvissero in Patria durante il regime fascista.

Il nonno era un avvocato siciliano trapiantato a Milano, buon amico di La Pira, e nel suo studio si riunivano clandestinamente i Socialisti che in seguito diedero vita al Comitato di Liberazione dell’Alta Italia, da lì partí la staffetta con la bandiera rossa alla volta della fabbrica dell’ansaldo ove ebbe inizio l’insurrezione del 25 Aprile del 1945, a capo di quella staffetta Sandro Pertini.

Non senza civetteria, Riccardo Lombardi ricordava di aver tenuto quasi in braccio il giovane Bettino che come tutti gli adolescenti dell’epoca partecipava attivamente alla insurrezione così come potevano all’epoca i ragazzi di strada.

La passione politica ma anche la tensione della guerra civile delle fucilazioni delle deportazioni né segnarono per sempre il suo carattere.

Fu irrequieto com’erano i ragazzi dell’epoca, fu ribelle ed irregolare come lo erano e lo sono i Socialisti. 

Pietro Nenni fu la sua guida politica che non abbandonó mai neanche nei momenti di dissenso; fu con Nenni giovane membro del Comitato Centrale di Venezia del 1957, giusto un anno dopo la fuoriuscita dall’errore capitale commesso nel 1948 dallo stesso Nenni, che scelse la strada dell’occidente dopo che i carri armati russi schiacciarono l’insurrezione ungherese.

Fu un autonomista milanese, nella federazione di Filippo Turati nella quale si è sempre respirata l’aria del riformismo opposta alle degenerazioni che Craxi definiva infantiliste del massimalismo parolaio di una certa sinistra che chiamava “gli esageratori”

Si avvicinò a Giacomo Mancini, il leader cosentino, nenniano anch’egli incarnava lo spirito di autonomia dei socialisti dal comunismo italiano e tentó di affrancarli nell’esperienza del primo centro sinistra naufragato per l’inquietudine di molti settori del Partito e per l’incapacità del Centrosinistra di raccogliere quell’ansia di cambiamento e rinnovamento che l’ondata del sessantotto e della protesta sindacale e giovanile aveva portato nel paese.

Visse una lunga stagione di minoranza assieme a Pietro Nenni, una corrente ultra minoritaria del Partito si era riunita attorno al vecchio leader senza grande seguito nelle masse popolari e nello stesso PSI.

Non lo abbandonó nella scissione coi socialdemocratici dopo l’insuccesso della cosiddetta bicicletta. Assieme ai più giovani dirigenti maturó una sete di riscossa non credendo nella prospettiva di una sinistra italiana guidata dal Partito Comunista che era diventato una grande realtà politica nazionale sorretto alle spalle da una solida alleanza internazionale intermittente con l’Unione Sovietica.

Fu un quel frangente che mio padre si dedicò per conto del Partito ad una intensa attività internazionale che negli anni successivi seppe far fruttare per il carattere solido delle relazioni che riuscì a tessere nei quattro continenti. A fianco della resistenza Cilena, dei dissidenti cecoslovacchi ed ungheresi, degli esuli greci spagnoli e portoghesi. Nel mondo arabo ma anche stringendo amicizia con i laburisti israeliani e con ytsaac Rabin di cui fu molto amico.

Assieme a François Mitterand, Willy Brandt, Olaf Palme mise le basi per la costruzione di una futura solida alleanza socialista e democratica in Europa, quella che successivamente divenne il Partito del Socialismo Europeo.

Fu nel rinnovamento politico interno ed internazionale che la sua segreteria cercó di liberare dall’angoscia della sparizione il glorioso partito socialista che nel ‘76 rischiava l’estinzione per mancanza di ossigeno politico, chiusa come era dal bipolarismo italiano lo spazio politico. “Primum Vivere” ripeteva.

Un gruppo dirigente giovane e dinamico, spinse per un forte impulso e per la revisione ideologica e politica del Partito, una definitiva ed inedita unità interna costituirono per i Socialisti la piattaforma indispensabile per lanciare una doppia sfida al conservatorismo democristiano sul terreno della modernità e del cambiamento istituzionale ed al PCI nella sinistra italiana per un riequilibrio dei rapporti di forza ed una sfida ideologica per riaffermare la superiorità e l’idoneità dei valori e dei principi del Socialismo Democratico e Liberale di fronte alla caduca parabola

Del Comunismo Internazionale destinato da lì a poco ad un declino irreversibile.

Penso che il resto sia storia nota; il protagonismo socialista apre la breccia per la Presidenza della Repubblica Socialista; 

La svolta umanitaria del partito durante il caso Moro apre anche spazi nella sinistra democratica in particolare giovanile perché si affermassero i diritti della persona di fronte alla tetragona visione di uno Stato Hegeliano. 

Le campagne sui diritti civili offrirono lo spazio necessario ai partiti laici per la prima volta a Palazzo Chigi e successivamente ponendo il tema della Presidenza del Consiglio Socialista come fatto necessario per generare l’alternanza democratica dopo quarant’anni di egemonia democristiana.

Una enorme messe di realizzazioni ed intuizioni furono il tratto del rinnovamento socialista iniziato al Midas, rimando per questo alla lettura del bel libro di Mauro del Bue. 

La Presidenza del Consiglio Fu l’occasione per dispiegare le idee di fondo che erano alla base del programma di rinnovamento socialista; Non tutto fu possibile portare a compimento, la collaborazione-competizione con la Democrazia Cristiana e la strenua opposizione comunista puntavano a frenare la capacità espansiva del Partito Socialista.

Ma il lascito delle realizzazioni e delle intuizioni per il cambiamento del paese resta immenso. L’impulso per il cambiamento e per preparare il paese verso le sfide dell’innovazione e della modernità che poneva il nuovo secolo fu fondamentale.

L’interpretazione degli anni del cosiddetto Craxismo troppo spesso ha lasciato spazio ad una visione caricaturale delle cose.

E la sua stessa azione personale rivisitata secondo una versione di comodo che cerca di piegare la Storia nella sua contestualità ad una lettura odierna completamente fallace. Fu un grande assertore dei diritti dei popoli e degli uomini; si battè per una pace giusta fra Israele e Palestina; sostenne sempre le lotte per l’indipendenza e la liberazione dei regimi autoritari di destra o comunistoidi che fossero. Era leale con l’alleato americano, ma la lealtà che si deve ad un amico e ad un alleato che non poteva essere scambiato per servilismo.

Doveva parlare di fronte al Congresso Americano; aveva inserito nel testo del discorso un chiaro esplicito riferimento ad un impegno occidentale per il ritorno della

democrazia in Cile attraverso libere elezioni;

La mattina la segreteria di Stato aveva fatto pressione sui nostri diplomatici affinché togliesse questo riferimento così esplicito e duro di condanna verso il regime di Pinochet.

Mi ricordo che di rimando contrariato chiese al Segretario Generale della Farnesina di riferire al Segretario di Stato Shultz che il Primo Ministro Italiano “non gli passava neanche per l’anticamera del cervello”

E che un grande paese democratico aveva il dovere di seguirlo sulla stessa strada.

Da lì a poco io Cile attraverso il plebiscito ritrovó la strada della libertà e della democrazia dopo la parentesi autoritaria di Pinochet.

Se prendiamo la vicenda conclamata di Sigonella oggi viene invocata come esempio fulgido di anti-americanismo, senza la scelta dell’installazione dei missili dell’alleanza atlantica per contrastare quelli sovietici mai si sarebbe avviato il processo di distensione che condusse al fallimento del sistema comunista a Mosca, schiantato dalla penuria economica e dal deficit democratico di cui erano segnate le realtà legate dal Patto di Varsavia.

Fu decisivo l’impulso europeista del Governo da lui presieduto, con il Consiglio Europeo di Milano che fu una vera svolta politica a favore dell’integrazione e della definitiva preparazione dell’atto di Unione Europea.

Ma fu probabilmente la prospettiva di Maastricht a dare una spallata al sistema politico italiano, la preoccupazione americana di una emancipazione europea troppo accentuata, la voglia nella grande industria e nella grande finanza alle prese con una nuova sfida globale di emanciparsi a loro volta da un sistema politico fondato su una rappresentanza democratica forte, decisiva ed anche pervasiva nella vita del paese, ed un sistema dei partiti che era arrivato stanco e logoro all’appuntamento con la Storia; Una questione istituzionale e democratica che fu posta con grande energia ma che non trovó un suo sbocco per la comune propensione conservatrice dei due grandi blocchi politici democristiano e comunista. Il rapporto con la Sinistra separatasi a Livorno fu complesso; ma si equivoca chi ha pensato che non avesse ricercato le strade possibili del chiarimento e dell’Unità. Per paradossale che possa apparire affrontó la svolta del 1989 con una scelta frontista, ed unitaria. Quando crollavano i muri la prospettiva d’avvenire dell’Unità Socialista fu l’obiettivo della sua politica, pur mantenendo fede al dovere della governabilità mantenne fede all’impegno con il giovane gruppo dirigente del PCI nel pieno del loro Travaglio affinché non si precipitassero le elezioni e si definisse un percorso comune per un approdo comune al governo.

Il blocco dei ragazzi di Berlinguer non intendevano concedere a Craxi il vantaggio di aver vinto la partita storica su di loro; furono paradossalmente i comunisti più anziani, di ispirazione togliattiana, con i quali ritrovava una sintonia ed una convergenza (Pajetta,Bufalini,Chiaromonte e lo stesso Emanuele Macaluso, mentre conservó un rapporto fecondo con l’area migliorista del Partito guidata da Napolitano che non ebbe il coraggio di contrastare L’ottusa posizione dei centristi né ebbe il coraggio, salvo la parentesi milanese del ‘91 di affrontare una scissione politica).

Eppure verso lo stesso Berlinguer non ebbe mai asprezze personali, lo conosceva da giovane, così come rispettava il travaglio di chi vedeva fallire il proprio mondo ideale dinnanzi alle dure prove della Storia, aveva intuito la necessità di cambiamento della società italiana il PCI di Berlinguer, ma il PSI del Midas apparve più idoneo per affrontare le sfide della modernità; e la Sinistra storica perdette il suo appuntamento.

I comunisti ingaggiarono una lotta senza quartiere, contro il gruppo dirigente socialista ma anche contro i socialisti nelle fabbriche e sui luoghi di lavoro.

A Verona si consumó la rabbiosa reazione della nostra base. 

Craxi diede una copertura con quel “io non fischio solo perché non so fischiare”

Eravamo a tavola, io, mia madre e Claudio Martelli dopo il suo intervento. Quando arrivò reduce da quello che potevamo definire un successo personale era stranamente pensoso, cupo. Non volava una mosca e il silenzio era interrotto solo dal rumore delle forchette. 

Ad un certo punto, con una faccia contrita, quasi infantile, timida, si rivolse a mia madre : “..forse questa volta l’ho detta un pó grossa..!”

Era divertito ma al tempo stesso sentiva il peso di aver contribuito nuovamente ad inasprire con toni e polemiche una questione che ha trascinato tutta la sinistra socialisti e comunisti nel corso di un secolo e che non riuscì mai a trovare l’opportunità di riassumersi in una pace possibile dentro una prospettiva d’avvenire. Il Resto lo conosciamo: 

Finí con il paradosso storico che 

I vincitori del dopoguerra si ritrovarono sul banco degli accusati; la degenerazione del finanziamento alla politica fu la breccia che squarció il sistema ed apri ad un’altra degenerazione: quella del potere giudiziario violento e squilibrato, quello del potere finanziario senza regole, quello di una democrazia gravemente lesionata e privata del suo baricentro essenziale rappresentato dai partiti democratici di massa.

Un vuoto politico previsto da Craxi con lucidità sin dal celeberrimo discorso del Luglio del 1992; le conseguenze furono quelle che tutti conoscete e che abbiamo conosciuto in questi anni.

La scelta di separare il proprio destino dalla fine dei Socialisti e del Partito, e l’idea romantica e storica di prendere la strada dell’auto-esilio per difendere la propria vita da accuse micidiali e da un clima che ebbe in occasione della scomparsa di Sergio Moroni cui oggi va il mio ricordo, un clima infame.

Romantica e dolorosa la sua scelta al tempo stesso.

Mai indomito o ripiegato su di sé; attivo nella sua difesa giudiziaria ma anche nella lotta politica, scriveva cercando di rompere il velo della censura che era calato su di lui, parlava, esprimeva il suo punto di vista, incoraggiava i compagni alla resistenza attiva, riceveva chiunque si recasse a fargli visita. Ci obbligava a corvé notturne per rileggere appunti, articoli, scrivere discorsi; come fosse a via del corso.

Si infastidiva di qualche errore altrui e poi alla fine si consolava dicendo : “tanto da qui non posso fare nulla..” 

la federazione di centro.. “

Parlando al suo commiato dissi che mi padre aveva la tempra di un uomo moderno ed uno spirito ottocentesco.

Fu un capo politico autorevole, duro nella lotta politica quando sapeva che la ragione e la giustizia stavano dalla sua parte; ma era un leader che sapeva ascoltare le ragioni dell’altro e una volta ascoltate assumeva una decisione, anche quelle più impegnative. Aveva enorme il senso della giustizia e della responsabilità verso il Paese e verso il Partito. Era stato a lungo in minoranza come ho detto e quando si trovò ad essere capo di una larga maggioranza seppe sempre ricomprendere le ragioni della minoranza e tutelare i suoi uomini.

Conosceva il ruolo fondamentale delle minoranze nella storia democratica del paese, e la loro funzione politica essenziale per le conquiste più ambiziose in campo sociale, economico e sindacale; e nella larga battaglia per la conquista dei diritti civili. Non aveva una cultura minoritaria ma sapeva quale fosse la grande funzione delle minoranze. Rispettava gli avversari. Fu generosi nei confronti dei reduci politici della destra fascista, si era messo alle spalle conoscendola bene, i conflitti della storia.

Fu rispettosi nei confronti dei comunisti, anche sovietici; quando di buon mattino si affacciò nella casa riservata alle delegazioni straniere a Mosca per fare colazione assieme a noi Andrej Gromiko che fu ministro degli esteri di Breznev, di Andropov e infine di Gorbacëv, si rivolse a lui come ad una vecchia conoscenza; “un vecchio zio”; era un mondo che da lì a poco sarebbe crollato, i vecchi riformisti avevano insegnato che per essere convincenti era necessario sempre comprendere le ragioni degli altri. 

Rispettava i compagni anche quando sbagliavano, esigeva che non si mancasse mai di rispetto verso i compagni più anziani e verso le donne del partito. Voleva un partito disciplinato ma al tempo stesso tollerava e conosceva l’indole della nostra Comunità; anarcoide e ribelle come quella che prese le mosse nel 1892

La lunga damnatio memoriae che ha colpito lui e con lui la lunga Storia dei Socialisti Italiani ha potuto essere rotta dopo un ventennio di indomita resistenza della diaspora socialista ed un impegno costante ed assiduo per non fare smarrire le tracce della sua storia personale e della nostra storia collettiva. E qui siamo ad onorarne infine il 130º anniversario. 

Egli proprio qui a Genova, i compagni ricorderanno, al Teatro Felice, né celebró il centesimo con l’animo gonfio di angosce per la situazione calamitosa in cui nel 1992 si trovò il nostro Partito;

Voglio ricordare le sue parole, lucide e profetiche che tracciano ancora oggi il futuro politico e programmatico per una giovane e moderna forza socialista e democratica: “ c’è un fantasma che si aggira nella ricca Europa ed è appunto la minaccia di lunghi anni di alta disoccupazione.dobbiamo dargli la caccia con serietà e concretezza e non a parole… Questo richiede ripresa dello sviluppo che crei occupazione, formazione che agevole inserimento nel sistema produttivo sostegno al mondo della piccola e media impresa dell’artigianato dei servizi delle attività creative E di tutte le nuove attività. C’è una “questione sociale“ che riguarda l’Italia più povera che convive con l’Italia che nella sua più grande maggioranza é bene installata nell’area del benessere mentre le fasce più deboli emarginate più esposta ai rischi delle crisi spesso sono abbandonate a se stesse..”

Nell’Europa che, paradossalmente, crollato il comunismo che ha lasciato dietro di sé un cumulo di macerie, è entrata in un tunnel di tensioni, di paure, di conflitti, di vuoti pericolosi e di risorgere della violenza in una congiuntura economica difficile frastornata dalle speculazioni finanziarie e dal pericolo delle guerre commerciali internazionali, per questa ragione divengono sempre più attuali e necessari Il messaggio, il programma, l’azione del socialismo democratico che sono figli della razionalità, della fiducia, della solidarietà, del senso di giustizia” sono parole che possiamo fare nostre.


Vi ho parlato di un uomo che fu totus Politicus come lo furono i leader di quella generazione, di un combattente che ha vinto e perso le sue battaglie, che ha fatto i suoi errori senza i quali diceva “una vita o é vuota o é falsa”

Che ha vissuto una vita intensa ma che si è privato anche delle gioie forse semplici e pure della vita.

Voglio rendergli omaggio pensandolo quest’oggi come un personaggio della canzone del Genovese De André, quel “suonatore Jones” che dorme sulla Collina di Spoon River “.. lui che offrí la faccia al vento, e mai un pensiero, non al denaro non all’amore né al cielo”

E di politica e per la politica si puó perire difendendo la propria libertà e la propria vita.

Ha vissuto più di cinquant’anni nel partito socialista, lo ha guidato per quasi venti. É ancora oggi un punto di riferimento per molti italiani e per molti socialisti e democratici che non hanno smarrito il senso della

storia, il senso di giustizia e della ragione.


*Vi ho parlato di Un leader che vive nella

Nostra memoria. 

Vi ho anche parlato di mio padre.

Bettino Craxi.
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A CURA DI ACRACCADEMIA4658.BLOGSPOT.COM 

giovedì 24 aprile 2025

25 Aprile 2025 a cura di 25092009messainduomoxsanpadrepio.blogspot.com


Questo "speciale" 25 Aprile 2025
80° della #Liberazione del Paese :
per la Libertà, la Giustizia sociale, 
la Dignità umana, la Pace nel segno della nostra #Costituzione.
     Osserv #SandroeCarlaPertini

Punto e a capo: 80 anni dalla Liberazione

NEWSLETTER 
di Lia Quartapelle  
 

IL PUNTO: COS'È SUCCESSO NELLA SETTIMANA PASSATA

Ciao Sergio,

spero che tu abbia passato dei sereni giorni di festa.

Lunedì della scorsa settimana, grazie a insegnanti sensibili e attenti alla storia, ho incontrato, insieme all'ANPI, due quinte elementari della scuola elementare di Gaggiano per raccontare loro cosa fa un parlamentare della Repubblica. Mi piace molto quando le scuole mi invitano a raccontare a cosa serve e come funziona il Parlamento (con Giuliano Pisapia qualche anno fa abbiamo scritto un libro per spiegare la politica ai ragazzi). Nonostante la preparazione che fanno con i loro insegnarti prima di questi incontri, non è facile spiegare ai bambini e alle bambine meccanismi che paiono complessi e lontani. Io cerco sempre di agganciare la spiegazione alla loro quotidianità: questa volta abbiamo ragionato di come si accettano le regole nella loro classe e in famiglia, per poi arrivare alla nostra Costituzione. Per spiegare perché e quando è nata la “legge più importante di tutte” ho chiesto “Qualcuno dei vostri nonni è nato prima del 1945?”. La risposta - mi hanno risposto tutti no - mi ha rimandato al fatto che quest'anno celebriamo l' 80esimo anniversario della Liberazione. Ottanta anni, una vita intera.

Mentre io ricordo ancora di quando mia nonna, nata nel 1915, mi raccontava della paura che aveva andato quando a comprare il cibo alla borsa nera, e di come mio nonno, nato nel 1920, mi raccontò del disorientamento dell'8 settembre del 1943 quando in Toscana dove era soldato arrivò la notizia dell'armistizio; questi bambini e le bambine non hanno più un racconto diretto della guerra, del fascismo e tanto meno della Resistenza.

Ormai quei ricordi sono lontani - ai bambini quando si parla di guerra viene in mente l'orrore che vivono i civili a Gaza e la situazione di sopruso e incertezza in cui da tre anni sono sospesi i destini dell'Ucraina invasa dalla Russia. Ottant'anni dopo, le ragioni sulle quali abbiamo costruito la nostra Repubblica rischiando di sbiadire come patrimonio nazionale. Ottanta anni sono anche un tempo che aiuta a distillare il messaggio più profondo di quel che accadde allora. La lezione di unità per ritrovare la libertà e costruire la democrazia. E l'uso che della democrazia venne fatto, per fare uno stato sociale che inverasse...

Segue


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Cosa ne pensa il psi tramite il suo Segretario generale!


Enzo Maraio sul PSI : un partito di popolo capace di ispirarsi sempre a principi e interessi generali. Lo facciamo interrogandoci non solo sulla modernità del nostro agire nei comuni, in quel rapporto che è equilibrio tra significato e significante. Ma anche guardando a una prospettiva che è quella di un cambio di passo dal basso. Fuori dai Palazzi, tra la gente, ma con lo sguardo rivolto a quelle istituzioni centrali che sono il paradigma della governabilità delle comunita locali. Istituzioni che spesso sono macigni insuperabili e oggi, con le riforme che la destra più becera vuole mettere in campo, rischiano addirittura di mettere in pericolo la tenuta democratica della nostra Repubblica e dare vita a un Paese spaccato in due. Non manca a noi socialisti lo sguardo storico sul valore dei municipi e su quella forza determinante che, pur nelle diversità, ha tenuto insieme l’Italia. Noi faremo ripartire la forza del fare, per non lasciare sole le famiglie italiane e alzeremo la voce contro chi tenta di annichilire la nostra azione.


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A cura di Centro Ricerche Vallassinesi 


Vi capita mai di essere aggrediti e insultati senza motivo? O vi è mai capitato che durante una discussione l’altro vi urli addosso per dimostrare di avere ragione?


Ecco, un giorno Socrate venne aggredito da un uomo. Era un uomo rozzo, incivile che, avuta la peggio nella discussione, arrivò perfino a schiaffeggiarlo. Ancora oggi ci sono persone così, persone che non sanno dialogare, persone che quando non sanno come argomentare le loro idee, incominciano ad urlare. 


Ma come reagì Socrate? Non fece nulla! Uno dei suoi discepoli si meravigliò dell’atteggiamento di Socrate, ma il grande filosofo gli rispose: «se mi avesse preso a calci un asino, l'avrei forse condotto in giudizio?» Cosa vi sta dicendo Socrate?Che una persona intelligente non può abbassarsi al livello di un idiota. 


Non è obbligatorio rispondere a tutti, non è obbligatorio parlare con chiunque, non è obbligatorio lasciarsi trascinare in conversazioni brutte. E soprattutto concediti un lusso che oggi conoscono in pochi: il lusso del silenzio. Il silenzio non è vuoto, ma è pieno di risposte. «È solo quando riesci a tacere, evitando discussioni inutili, che mostri la tua saggezza.» Le offese sono molto umilianti per chi le dice, quando non riescono ad umiliare chi le riceve. 


Anche a me è capitato di ricevere insulti davvero pesanti da persone squallide e poverelle. E allora incominci a perdere la pazienza verso costoro che ti sputano addosso il loro veleno. Ma sapete una cosa? In quei momenti faccio un lungo respiro e ripenso alle parole di Socrate. «Ho imparato tanto tempo fa a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace». E se hai a che fare con una persona che si crede superiore, assecondala: non è bello rovinare i sogni di un idiota.


Guendalina Middei, conosciuta come Professor X (➡️ Tratto da «Sopravvivere al lunedì mattina con L». Potete leggerne un estratto e scoprire di cosa parla qui: https://www.amazon.it/Sopravvivere-al-luned%C3%AC-mattina-Lolita/dp/8807174774


 

mercoledì 23 aprile 2025

Come funziona il CONCLAVE e quali sono i REQUISITI per diventare PAPA a cura di acraccademia4658.blogspot.com




Punto e a capo: 80 anni dalla Liberazione
25 APRILE ANTIFASCISTA (SOBRIO)!
 

IL PUNTO: COS'È SUCCESSO NELLA SETTIMANA PASSATA
 
Ciao Giovanna,
spero tu abbia passato dei sereni giorni di festa.
Lunedì della scorsa settimana, grazie a insegnanti sensibili e attente alla storia, ho incontrato, insieme all’ANPI, due quinte elementari della scuola elementare di Gaggiano per raccontare loro cosa fa una parlamentare della Repubblica. Mi piace molto quando le scuole mi invitano a raccontare a cosa serve e come funziona il Parlamento (con Giuliano Pisapia qualche anno fa abbiamo scritto un libro per spiegare la politica ai ragazzi). Nonostante la preparazione che fanno con i loro insegnarti prima di questi incontri, non è facile spiegare ai bambini e alle bambine meccanismi che paiono complessi e lontani. Io cerco sempre di agganciare la spiegazione alla loro quotidianità: questa volta abbiamo ragionato di come si decidono le regole nella loro classe e in famiglia, per poi arrivare alla nostra Costituzione. Per spiegare perché e quando è nata la “legge più importante di tutte” ho chiesto “Qualcuno dei vostri nonni è nato prima del 1945?”. La risposta - mi hanno risposto tutti no - mi ha rimandato al fatto che quest’anno celebriamo l’80esimo anniversario della Liberazione. Ottanta anni, una vita intera. 
Mentre io ricordo ancora di quando mia nonna, nata nel 1915, mi raccontava della paura che aveva quando andava a comprare il cibo alla borsa nera, e di come mio nonno, nato nel 1920, mi raccontò del disorientamento dell’8 settembre del 1943 quando in Toscana dove era soldato arrivò la notizia dell’armistizio; questi bambini e le bambine non hanno più un racconto diretto della guerra, del fascismo e tanto meno della Resistenza. 
Ormai quei ricordi sono lontani - ai bambini quando si parla di guerra viene in mente l’orrore che vivono i civili a Gaza e la situazione di sopruso e incertezza in cui da tre anni sono sospesi i destini dell’Ucraina invasa dalla Russia. Ottant’anni dopo, le ragioni sulle quali abbiamo costruito la nostra Repubblica rischiano di sbiadire come patrimonio nazionale. Ottanta anni sono anche un tempo che aiuta a distillare il messaggio più profondo di quel che accadde allora. La lezione di unità per ritrovare la libertà e costruire la democrazia. E l’uso che della democrazia venne fatto, per fare uno stato sociale che inverasse quanto scritto nell’articolo 3 della Costituzione “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” 
Buon 25 aprile, quindi, con la responsabilità di scegliere come ricordare davvero.
Ricordare come impegno, come consapevolezza che la libertà e la democrazia non sono garantite per sempre, non sono scontate. Che vanno difese, spiegate, raccontate. 
Oggi,  con un mondo sempre più instabile, e con l’avanzata del nazionalismo e del revisionismo in Italia e non solo, dobbiamo impegnarci a ricordare. Non una volta l’anno, ma per trasmettere come valore collettivo che la libertà si conquista, che la democrazia è un atto quotidiano, che la Storia si può ripetere, se non si difende ciò che è giusto.


[Milano Liberata - 25 aprile 1945]


A CAPO: COSA TENERE D'OCCHIO PER LA SETTIMANA

Questa settimana in Aula discuteremo del decreto legge in materia di reclutamento delle funzionaità delle pubbliche amministrazioni, il cosiddetto decreto PA. Nei giorni successivi poi discuteremo del documento di finanza pubblica, della pdl per la prevenzione e la cura dell'obesità, le mozioni sul monitoraggio e l'attuazione del PNRR, pdl per la riduzione dell'orario di lavoro. Si celebrerà poi l'80° Anniversario della Liberazione


Giovedì 24 aprile alle 17.30 ci sarà un evento di Bella Ciao, Milano in cui verranno raccontati momenti importanti della Liberazione milanese, insieme a Venanzio Postiglione, il vicedirettore del Corriere, che racconterà della creazione della prima pagina del Corriere liberato il 26 aprile 1945. Ci sarà anche Ornella Vanoni, che racconterà del ruolo della cultura nella Liberazione e insieme a lei, ci sarò io, Andrèe Ruth Shammah e Alessandro Capelli. Ci vediamo in Via Rovello, davanti al Piccolo Teatro Grassi!


Il Comitato antifascista milanese ed il Forum delle Associazioni antifasciste e della Resistenza promuovono la manifestazione del 25 Aprile, con interventi di Primo Minelli, Giuseppe Sala, Sandra Gilardelli, Maurizio Landini e Gianfranco Pagliarulo. Il PD Milano si è organizzato per riunirsi, a partire dalle 12, in piazza Oberdan. Il corteo poi partirà alle 14.


Il 24 aprile invecesi terrà questo evento organizzato da Legacoop Lombardia, al Niguarda che si chiama "Oltre la Barricata. 1945 - 2025. 80 Anni di Libertà"