.. una VITA contro il bullismo!

Missione: “Oscar "NO AI BULLISMI con un aiuto CONCRETO ai GIOVANI" di Crv-ACR -Onlus di fatto
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tp://www.acraccademia.it/NOVITA'.html - http://blog.libero.it/acrcrvdifatto/ svolge un’attività socio-culturale di prevenzione al BULLISMO. -‘dal 1987 ad oggi ”.. combatte le DEVIANZE GIOVANILI-il Cyberbullismo e "Bulli e Bullismo.. Vandali e Vandalismo” con l'OSCAR e crea protocolli d’intesa, tra operatori sociali, Associazioni, e Comitati. Breve Storia del Concorso di poesia/arti e mestieri OSCAR: Nasce nel 1987 a Milano, da un'intuizione di Sergio Dario Merzario, Rio, Semenza, Maderna e altri, prende il via il Concorso "il BAGGESE". Acr, Repo e Paza nel 1999, lo trasformano nel trofeo lombardo ( che nel 2002 diviene TROFEO LOMBARDO LIGURE). Nel 2006 diventa OSCAR Internazionale CONTRO il BULLISMO con il contributo di Sergio Dario Merzario, Ketti Bosco , le biblioteche e l'Unicef Prov. di IMPERIA!” associazione@acraccademia.it ; www.informarexresistere.fr/2013/03/06/lo-storico-alla-grillina-non-ce-fascismo-buono/#comment-306886 acraccademia.it/Acr%20Roma%20pag%206.html acraccademia.it/Il%20Baggese%20pag%207.html
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mercoledì 31 marzo 2010

lunedì 15 marzo 2010

GRANDISSIMO SUCCESSO DI A.P.I. (ASS. POLIZIOTTI ITALIANI) A BERGAMO..

SERVIZIO PUBBLICO, NON E’ SINONIMO DI “CESSO” PUBBLICO (TV NZIONALE? NO GRAZIE..) RISPONDE GABRIELLA VITALI (NELLA FOTO CON STEFANO MEMOLI, PRESIDENTE API, IL VICE SINDACO DI BERGAMO, IL MONSIGNORE E MERZARIO PRESIDENTE ACR-ONLUS DURANTE L'INAUGURAZIONE DELLA SIMPATICA MOSTRA IN..DIVISA) LA VEDOVA DI UN POLIZZIOTTO UCCISO DAL BANDITO VALLANZASCA.. PARECCHI ANNI FA,  E UNA RAPINA DEL SECOLO DI VIA OSOPPO A MILANO..
C’era, nella cultura classica e nella vita quotidiana degli abitanti della Polis e della Civitas, che ne avevano realmente assimilato i contenuti, indipendentemente dal livello d’istruzione, c’era, negli antichi Greci e nei Romani, un immenso rispetto per il concetto di “pubblico”, di “cosa pubblica” (da cui anche la repubblica), che andava ben al di là dell’osservanza formale delle regole (già peraltro un risultato se ci fosse oggi) e del significato lessicale del termine, ma assomigliava molto più ad una sorta di sacro vincolo, di passo civile, morale e sociale, fra i cittadini e le istituzioni pubblico appunto, fra la gente e le cose pubbliche.
Nessuno ne sarebbe mai venuto meno, nessuno avrebbe osato sottrarsi, se non al costo d’essere isolato come un delinquente.
Ciò ch’era pubblico era il patrimonio, la ricchezza, l’orgoglio di tutta la “gens” e profanare ciò che era pubblico voleva dire compiere un atto scellerato. Degno appunto dei barbari e dei malfattori.
Il cittadino andava fiero di partecipare a eventi pubblici, o d’essere un granello nell’impasto della costruzione pubblica.
Duemila anni dopo, o poco più, dobbiamo purtroppo assistere con raccapriccio al più volgare svilimento del termine in questione e “pubblico” ha del tutto perso ogni sacralità e ogni decoro: pubblico è soltanto, quel che è di tutti, perché non di nessun in particolare… Ciò che può essere manomesso e saccheggiato a capriccio, tanto…. È appunto pubblico e non ha tutela da parte di nessuno….
Si pensi ad esempio al – moderno – concetto di servizio pubblico, che tutti ben dovremmo comprendere nella sua vera e nobile accezione, ma che nessuno invece prende e vive come tale, a cominciare da chi, sedendo nella sala del bottoni, dovrebbe dare il buon esempio e invece è il primo a profanare. Sì, perché – se vogliamo appunto analizzare il sostantivo e l’aggettivo presi a modello – sia l’uno (il sostantivo), sia l’altro (l’aggettivo) sono stati colpevolmente travisati e profanati: servizio . ahimè – è stato tradotto con lo scurrile “Cesso” e pubblico con il disonorevole “roba di nessuno e aperta a tutti, cani e porci…”.
Ci spiace doverlo affermare, ma fingere di non vedere che così stanno le cose, sarebbe ipocrita e noi non stiamo al gioco.
Vogliamo prendere l’esempio della RAI? Ebbene, con denaro pubblico, l’ente che dovrebbe elargire un pubblico servizio – che dovrebbe cioè porre a disposizione della gente occasioni di cultura, d’informazione, di conoscenza, che dovrebbe educare e far crescere il cittadino, propina invece esempi stomachevoli di becera arroganza, d’ignoranza abissale, di vomitevole mancanza d’ogni senso morale e civile.
Esageriamo? Beh, come altrimenti definireste la “patetica comparsata” di lady vallanzasca, all’indomani dell’ennesimo riacuirsi della notorietà tanto cercata dal bandito narcisista e cinico? O la sfacciataggine de l’idot sauvent, dalla faccia intercambiabile con il suo affaticato fondoschiena, che inneggia alla pedofilia, trovando spazio per parlarne grufolando nel recinto dell’isola porcile?
Ma davvero non voglio sprecare un attimo di più del mio e del vostro tempo, per commentare queste cose.

(Gabriella Vitali )