Punto e a capo: dove eravamo rimasti
IL PUNTO: COS'È SUCCESSO NELLA SETTIMANA PASSATA
Ciao Sergio,
spero tu abbia avuto un buon rientro dalla pausa estiva.
Nelle quattro settimane passate da quando hai ricevuto l’ultima newsletter sono successe molte cose.
Alcune, atroci. Continua sia la guerra infinita di Netanyahu contro gli abitanti di Gaza (qui un pezzo di Thomas Friedman) che i soprusi della destra nazional-religiosa contro l’autonomia della Cisgiordania. Sabato 6 settembre è convocata una manifestazione per Gaza, perché si fermi la barbarie in corso e che il governo si schieri dalla parte della pace e del diritto internazionale. Incontrando Putin in Alaska, Trump ha provato a fare cessare l’invasione russa contro l’Ucraina. Il risultato è stato che Kyiv è stata sottoposta al più devastante bombardamento dal 24 febbraio 2022. Entrambi questi drammi saranno al centro della ripresa della vita politica in Italia: in particolare la riunione dei ministri degli esteri dell’Unione europea prevista per ha il potere di decidere di sanzionare il governo israeliano, sospendendo la parte commerciale dell’accordo Ue-Israele. Dopo le parole con cui la premier Giorgia Meloni ha condannato le azioni del governo israeliano, sarebbe ora che l’Italia passasse ai fatti, allineandosi alla maggioranza di paesi europei che chiede la sospensione dell’accordo nella parte commerciale. Se il governo italiano decidesse di sostenere questa iniziativa, l’accordo verrebbe sospeso perché questa decisione si può prendere solo a maggioranza qualificata, e l’Italia è il peso che manca per far scattare quel meccanismo.
I tempi che viviamo sono caratterizzati da enormi cambiamenti che richiedono chiarezza di visione e capacità di adattarsi. In Germania e in Francia i governi sono alle prese con questo tipo di decisioni, che sono difficili: in un caso, il cancelliere Merz ha varato una riforma della leva militare; in Francia il governo Bayrou si sta preparando per una discussione sulle pensioni che al momento sono insostenibili. Per non parlare delle deliberazioni che sta affrontando, con molte difficoltà, il governo Starmer nel Regno Unito. L’Italia sembra l’unico grande paese immune da dilemmi angosciosi, come se il nostro paese non dovesse affrontare i cambiamenti del mondo di oggi. O come se la politica democratica continuasse a riprodurre un eterno confronto e scontro tra schieramenti, invece di affrontare qualche problema. In Italia esistono grandi questioni nazionali: la demografia, le sfide legate all’integrazione di una crescente popolazione immigrata, il declino costante della produzione industriale, la riforma di un sistema di welfare che va rivisto perché non è più gratuito e universale. Mi auguro che in questa ripresa si possa discutere di queste questioni, e provare a affrontarle.
[Vertice sull’Ucraina alla Casa Bianca - agosto 2025]
Mentre il presidente cinese Xi Jinping e quello indiano Narendra Modi aprono a Shanghai una nuova stagione di collaborazione tra i due paesi, la presidente del Consiglio italiana e il premier francese sembrano impegnati a litigare sul trattamento fiscale di favore per i milionari che si trasferiscono in Italia.
Le cose sono diverse da come le spiega Meloni nel suo post di ieri. Conosco bene questa vicenda, perché molte di queste persone si sono trasferite a Milano, e in città si discute molto dei pro e dei contro delle leggi che hanno agevolato questo trasferimenti. Con la senatrice Cristina Tajani (che per correggere le iniquità che da questo regime derivano ha presentato una proposta di legge) abbiamo presentato una interrogazione per chiedere al governo di quante persone si parla. Sembra si parli di qualche migliaio di persone, forse 5mila.
A fronte di questi numeri, e in un momento in cui i grandi paesi non occidentali del mondo si riavvicinano tra loro, viene da chiedersi come è possibile che i paesi europei litighino tra loro su quali sconti fiscali concedere ai milionari, invece di trovare accordi per limitare il ribasso fiscale. Sarebbe ora di avere, anche sulla materia fiscale, meno competizione al ribasso tra paesi europei, e maggiore unità di intenti, per tassare il giusto senza concedere sconti a nessuno.
[La premier italiana Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron]
A CAPO: COSA TENERE D'OCCHIO PER LA SETTIMANA
Sabato ci sarà la manifestazione indetta dalla CGIL per sostenere la Flotilla e chiedere che il governo si schieri dalla parte della giustizia e del diritto internazionale. La Flotilla è una coalizione internazionale della società civile, che si è organizzata per far partire da diversi porti nei giorni scorsi numerose barche con l’obiettivo di arrivare a Gaza e rompere il blocco israeliano.
Questa settimana si apre la Festa dell’Unità a Milano. Inizierà il 5 di settembre e terminerà il 14 settembre, qui puoi trovare il programma completo. Io parteciperò al panel “Un’altra idea di cittadinanza” il 6 settembre alle 19. Insieme a me ci saranno Ouidad Bakkali, Pegah Moshir Pour, Roberta Osculati e Andrea Carcuro.
A lunedì prossimo,
Lia
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